Di Elisa Filippi
“Non vi è nulla di nuovo sotto questo cielo, se non il dimenticato” scriveva George Santayana. Le parole del filoso ispano-americano ben si prestano a descrivere la storia delle città di Prato, oggi riconosciuta come centro di innovazione in Europa grazie alla valorizzazione di un’attitudine, quella alla circolarità, che caratterizza il suo sistema produttivo e la dimensione urbana nella quale si è sviluppato da più di 100 anni.
Quella di Prato, infatti, è la storia di una città di sperimentazione che si scopre pioniera nel tempo grazie alla reinterpretazione su scala urbana del “know how”, del “saper fare” locale
La circular economy: una storia che viene da lontano
La circular economy, intesa come quel processo in grado estendere il ciclo di vita di un prodotto e trasformarlo per aumentarne il valore, è parte integrante della storia pratese e anima del suo distretto tessile.
Un esempio emblematico è il cardato rigenerato, ovvero un tessuto ricavato dalla lavorazione della lana proveniente da indumenti usati che è stato al centro della crescita del distretto pratese contribuendo fortemente allo sviluppo della città, passata dai 50.000 abitanti nel dopoguerra fino agli attuali 200.000 che la rendono la terza città dell’Italia centrale.
Non deve sorprendere, dunque, se oggi Prato è la prima città italiana ad avere un assessorato dedicato alla Circular Economy che attraverso l’opera dell’Amministrazione comunale è diventata il paradigma chiave per immaginare il futuro della città e disegnare la strategia di rilancio del territorio.
L’esperienza di Prato nei Partenariati dell’Agenda Urbana Europea
Se la dinamica di circolarità legata al sistema produttivo si sviluppa già a partire dal diciannovesimo secolo, la storia della sua pianificazione e traduzione in policy può essere ricondotta alla partecipazione della città alle Partnership dell’Agenda Urbana Europea, nate nel 2016, su impulso del Patto di Amsterdam, durante il semestre di presidenza olandese dell’UE.
La città di Prato entra a far parte di una della Partnership, quella dedicata all’Economia Circolare che si propone di lavorare sulla definizione a livello europeo di un modello di “città circolare”.
All’interno delle partnership dell’Agenda Urbana Europea ha luogo un lavoro di confronto e scambio tra autorità urbane, regionali e altri stakeholders istituzionali con il fine di potenziare l’accesso ai finanziamenti, di incrementare la messa a disposizione di strumenti e attività di capacity building e soprattutto di formulare proposte di miglioramento normativo.
È in questo contesto che Prato si è trovata a coordinare i lavori sulla riforma normativa europea sul riutilizzo delle acque, tema sul quale aveva già implementato un sistema innovativo: le acque utilizzate dalle aziende del distretto per la lavorazione dei tessuti sono totalmente riciclate grazie al sistema integrato messo in atto dalla società GIDA - Gestione impianti depurazione acque S.p.A. che vede l’Amministrazione Comunale tra i soci.
L’esperienza maturata all’interno della partnership Europea ha abilitato un processo bilaterale di conoscenza, consentendo alla città di comprendere più nel dettaglio l’approccio e il punto di vista adottato dalla Commissione Europea nella concezione del modello di economia circolare, e dall’altra permettendo agli stessi rappresentanti delle Istituzioni Europee di entrare in contatto e conoscere i bisogni e le esperienze concrete delle città.
Dall’Agenda Urbana Europea alla Prato del futuro: il Piano Operativo Comunale
Il primo, e forse più importante, risultato della partecipazione ai lavori della Partnership, è stata l’elaborazione del Piano Operativo Comunale, (tradizionalmente noto come P.R.G.), ovvero il più importante documento di pianificazione urbana adottato dal Comune, che nella sua impostazione riflette l’esperienza maturata in ambito europeo. Il Piano individua una serie di linee strategiche all’interno delle quali troviamo il riuso degli spazi e la rigenerazione delle attività, in particolare quelle legate al distretto tessile, insieme alla naturalizzazione e alla forestazione urbana. È in questo documento che prende forma una nuova concezione di pianificazione urbana, caratterizzata da una forte interconnessione tra spazio e natura, tra aree verdi e patrimonio costruito.
La demolizione selettiva dell’ex Ospedale Misericordia e Dolce e il parco urbano dentro le Mura
Nella declinazione di circolarità della città in termini progettuali, sono numerose e altamente integrate le esperienze che si sono sviluppate.
Un primo esempio è rappresentato dalla partecipazione della città al Network URGE finanziato dal programma URBACT. La rete, coordinata dalla città di Utrecht, si è focalizzata sulla definizione di un modello di economia circolare per il settore edile orientata al recupero e al riutilizzo dei materiali derivanti da demolizioni che si stima rappresentino circa il 40% dei rifiuti solidi urbani in Europa. È in questo contesto che l’ex Ospedale Misericordia e Dolce è stato oggetto di un intervento innovativo di demolizione selettiva che ha generato circa 63 mila tonnellate di rifiuti solidi, il 98% dei quali è stato avviato a recupero. In questo modo, non solo non sono state riempite nuove discariche, ma lo stesso consumo di materie prime da cava è stato ridotto grazie al riutilizzo del materiale recuperato.
Da un punto di vista urbanistico, l’operazione ha avuto un impatto considerevole andando a liberare, in poco più di 5 mesi, una superficie complessiva di circa 3 ettari e mezzodestinata a parco urbano all’interno delle mura trecentesche della città. Il parco, provvisto anche di un auditorium all’aperto e di spazi attrezzati, andrà a definire un nuovo ingresso alla città e si qualifica per essere uno dei parchi più estesi in Italia all’interno delle mura storiche.
Sulla via della rinaturalizzazione con la forestazione urbana e le Nature Based Solutions
Accanto al riuso di spazi, si inserisce nella strategia pratese la traiettoria della rinaturalizzazione e della forestazione urbana attraverso la definizione di uno specifico piano di azione, incluso nel Piano Operativo Comunale, che è stato alla base del progetto Prato Urban Jungle finanziato dal programma europeo UIA – Urban Innovative actions e avviato nel 2019. Basato su un’analisi di quasi 30.000 piante che ha permesso di stimare e valutare la loro efficacia nella mitigazione e adattamento agli impatti negativi del climate change, il Piano di forestazione urbana prevede di piantare 190.000 alberi, sostanzialmente uno per ogni abitante, creare corridoi, infrastrutture verdi e interventi diffusi di verde urbano come strumento di compensazione climatica e di tutela e promozione della biodiversità.
L’idea alla base della soluzione proposta da Prato viene declinata attraverso un nuovo paradigma urbano dove l’ambiente costruito abbatte il proprio impatto inquinante e diventa parte della soluzione attraverso un importante processo di urban greening e urban forestry.
È in quest’ottica che la soluzione innovativa è stata progettata dallo Studio Stefano Boeri architetti e testata in tre differenti aree: nelle case dell’edilizia popolare in via Turchia attraverso un’opera di greening e la restituzione di nuovi spazi comuni, nella rigenerazione di un ex sito industriale collocato nel quartiere Macrolotto zero che ospiterà il nuovo mercato coperto e al cui interno è stata sperimentata la “fabbrica dell’aria”, progettata da PNAT, in grado di purificare l’aria dagli inquinanti attraverso un’attenta selezione di piante, e presso la sede della società Estra. Inoltre, attraverso un percorso partecipativo è stata individuata una quarta area oggetto dell’intervento e viene creato un corridoio verde che collega queste aree al centro delle città. I benefici attesi da questi interventi vanno dalla riduzione degli impatti delle isole di calore all’isolamento degli edifici che viene potenziato dalla forestazione verticale.
Innovativo è anche il sistema di monitoraggio ambientale che è stato sviluppato dal CNR e che combina dati provenienti da rilevamento in-situ e immagini satellitari rilevati in tre fasi del progetto, e li rielabora attraverso l’applicazione di un modello matematico di simulazione al fine di analizzarne e simularne gli impatti secondo la logica del “digital twin”.
Next Generation Prato e la sfida del PNRR
Forte di un’opera di pianificazione avviata da tempo e che include ricerca e sperimentazione con la riscoperta di vocazioni storiche e tradizionali, la città di Prato è riuscita a sviluppare una strategia efficace anche per l’accesso alle risorse del PNRR. Con l’obiettivo di potenziare e orientare i finanziamenti, la città toscana ha predisposto nell’estate 2021, il documento “Next Generation Prato” articolato in 24 schede progetto riconducibili alle 6 missioni del PNRR. Il documento è incardinato all’interno del progetto “Prato Circular City” e ha visto l’istituzione di un tavolo di confronto tra il Comune e gli stakeholders locali per la sua elaborazione.
Tra i progetti candidati al finanziamento troviamo, ad esempio, la creazione di un Hub europeo del riciclo tessile, l’Agenzia Urbana del riuso, la piattaforma per promuovere il turismo industriale o la creazione di un Digital Twin della città nell’ambito ambientale, energetico, del patrimonio edilizio e dell’edilizia scolastica.
L’approccio integrato e la dimensione partecipativa del processo sembrano essere gli elementi peculiari del documento che identifica non solo le risorse del PNRR, ma anche le possibilità di finanziamento offerte dalla programmazione europea 2021-2027.
Climaticamente neutrale e produttiva
Ciò che colpisce del percorso compiuto dalla città di Prato è la capacità dell’Amministrazione Comunale e dal tessuto socioeconomico coinvolto, di elaborare una visione coerente incentrata sulla sfida della resilienza e dell’economia circolare. Selezionata dalla Commissione Europea tre le 100 Città impegnate per diventare climaticamente neutrali entro il 2030, la strategia di Prato sembra reggersi su un equilibrio dinamico ove l’innovazione e la sperimentazione agiscono per promuovere e valorizzare la transizione “da città fabbrica” a città verde e circolare senza rinunciare, ed anzi rilanciando, la propria vocazione produttiva.
Autore: Elisa Filippi
References:
https://www.arcolab.org/wordpress/wp-content/uploads/2019/07/ISDRS18EconomiaCircolare.pdf
http://www.pratourbanjungle.it
https://www.pratocircularcity.it/it/buone-pratiche/demolizione-selettiva/pagina2943.html
https://www.stefanoboeriarchitetti.net/project/prato-urban-jungle/
https://uia-initiative.eu/en/uia-cities/prato